L’evoluzione del lavoro femminile nella storia della Repubblica italiana. Parte 2/2.

Le donne hanno rappresentato, nella storia della Repubblica italiana, un punto cardine per la nascita e la costruzione della Repubblica.  Dalla battaglia di liberazione contro il fascismo e il nazismo, alla lotta per la libertà e la democrazia, fino ad arrivare alla conquista del diritto al voto: le donne hanno contribuito al cambiamento della società civile del Paese, dello status sociale, delle condizioni di vita e delle leggi scrivendo pagine e pagine della storia italiana.


Dalla fine degli anni 80 inizia una nuova fase per la tutela delle donne, più comunemente ricordata come fase delle azioni positive.  Vengono promulgate leggi e creati organismi volti a rafforzare il ruolo sociale delle donne, a promuoverne la partecipazione al mercato del lavoro ed a coinvolgerle attivamente nei processi decisionali.

In questo ambito, solo per citarne alcune, vengono approvate:

la Legge 400/88 sull’ordinamento della Presidenza del Consiglio, che conferma la Commissione pari opportunità come struttura di supporto della Presidenza sulle questioni femminili;

la Legge 25/89 che eleva a quaranta anni la data di partecipazione ai concorsi pubblici, per consentire alle donne che non abbiano potuto lavorare in età giovanile perché impegnate in incombenze familiari, di inserirsi nel mondo del lavoro.

Più tardi negli anni 90 viene emanata la Legge 125/1991 sulle “azioni positive” per la realizzazione delle pari opportunità nel campo del lavoro con la quale si sancisce un più ampio divieto delle discriminazioni, anche indirette, basate sul sesso, riconoscendo, per la prima volta, il valore della differenza di genere, ed introducendo, al posto del criterio dell’uguaglianza astratta, quello dell’uguaglianza di opportunità. A tal fine viene rafforzata la figura del Consigliere di Parità, ovvero un pubblico funzionario, che ha il compito di agire per favorire l’occupazione femminile e rimuovere gli ostacoli alla realizzazione della piena eguaglianza tra uomo e donna.

Nel 2006 entra finalmente in vigore il D.lgs. 198/2006, meglio conosciuto come “Codice delle pari opportunità tra uomo e donna“. Tale provvedimento riordina le leggi in vigore contenenti le disposizioni in materia di pari opportunità tra uomini e donne e quelle per la prevenzione e la rimozione di ogni forma di discriminazione basata sul sesso.

Il Decreto individua le varie forme di discriminazione e pone il divieto a qualsiasi tipo di discriminazione: nell’accesso al lavoro, nella retribuzione, nelle prestazioni lavorative e nella carriera, nell’accesso alle prestazioni previdenziali, nell’accesso agli impieghi pubblici. In altre parole introduce una normativa ad ampio raggio finalizzata alla prevenzione e alla rimozione di ogni forma di discriminazione basata sul sesso in tutti i campi della vita civile, sociale ed economica.

L’aspetto più innovatore della tutela per la parità di genere nel rapporto di lavoro consiste nella prevenzione di misure per promuovere le pari opportunità tra uomo e donna e per realizzare la parità tra lavoratori e lavoratrici. Si tratta delle cosiddette “azioni positive” finalizzate a:

– eliminare la disparità nella formazione scolastica e professionale, nell’accesso al lavoro, nella progressione di carriera ecc.;

– favorire la diversificazione delle scelte professionali delle donne;

– superare condizioni, organizzazione e distribuzione del lavoro pregiudizievoli;

– promuovere l’inserimento della donna;

– valorizzare il contenuto professionale delle mansioni.

Infine, l’ultima normativa da considerare è il Testo Unico per la tutela ed il sostegno della maternità e della paternità emanato con il D.lgs. 151 del 2001.

Il T.U., nel ribadire e dare attuazione ai principi stabiliti dall’art. 37 della Costituzione (tutela della lavoratrice e uguaglianza fra uomo e donna), ha riconosciuto oltre alla lavoratrice madre, anche al padre lavoratore la possibilità di fruire delle forme di tutela previste per le lavoratrici, favorendo anche una più equa riparazione dei carichi familiari e pari possibilità di carriera.  

Dott.ssa Noemi Pasquarelli

 

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *