Per molti, con il governo Conte, è iniziato il cambiamento. Parola che contiene un enorme contenuto ideologico e allo stesso tempo è stato l’obiettivo di molti attori politici nel corso della storia.
Dopo che Mattarella rifiutò il professor Savona molti hanno gridato allo scandalo. Non è possibile che i mercati gestiscano il sistema democratico rappresentativo, emblema dello stato liberale. Che novità direbbero con sarcasmo coloro che da tempo analizzano le dinamiche di questo sistema capitalista storico.
Oggi di fronte al nuovo governo Conte tutti sembrano contenti ed aver dimenticato questa particolare relazione che qualche settimana è stata motivo di diatriba. Ricordo ancora gli insulti tra grillini insieme agli pseudo leghisti (lo dico in riferimento ai leghisti siciliani), e ciò che rimane di quello che sarà l’opposizione.
Ma ricordo ancor di più le liti tra i grillini ed i leghisti subito dopo le elezioni del 4 marzo che abbondavano sui social nella prima decade di marzo.
Ma l’avreste immaginato un Salvini ministro degli interni? Strano paese l’Italia che fa titolare del dicastero degli interni al nazionalista del nord più esasperato e ha fatto nel recente passato ministro dell’istruzione a chi neanche possedeva un titolo di maturità.
Ma cosa realmente sta succedendo in Italia, in Europa e nel mondo?
Siamo di fronte da un lato alla crisi profonda del sistema politico liberale nelle sue dinamiche di organizzatore della vita pubblica degli Stati. La democrazia rappresentativa vive enormi difficoltà nel far funzionare un sistema che fa acqua da tutte le parti ma che è da tempo schiavo del sistema finanziario globale.
Non sono il primo a dirlo, abbondano le analisi intorno a questo fenomeno. Ma il dramma è la società che di fronte a cotanto smarrimento non trova nei partiti tradizionali le risposte alla crisi che già da un decennio attanaglia il mondo, l’Europa e l’Italia. La nascita di nuovi attori politici e l’avanzamento di attori di estrema destra è il risultato di queste dinamiche. Di fronte a un sistema che sta morendo ed un altro che cerca di nascere le contraddizioni sono enormi ma soprattutto non si riesce a trovare lo spunto per pensar diversamente le soluzioni che potrebbero cambiare la difficile situazione che viviamo. Sono sicuro che non è né con il protezionismo, né con l’italianità, e neanche con la critica all’assistenzialismo che potremmo trovare un nuovo cammino verso un orizzonte differente. La strada è molto lunga ma soprattutto in salita e coloro che si ritrovano all’opposizione vivono smarriti in un passato e nel ricordo di false vittorie ma soprattutto vivono una perdita di identità tremenda.
Quello che dico è solo un’opinione e come tale rimane. Come dicevo un paio di mesi fa dopo le elezioni del 4 marzo un orizzonte oscuro si avvicina, pieno di intolleranza e odio verso il diverso. Forse pensare e non insultare; forse riflettere e non accanirsi verso ciò che non capiamo potrebbe aiutare a ritrovarci nel costruire una società diversa, ma non come oggi, dove la maggioranza si ritrova dentro un contenitore che non riflette ciò che realmente siamo e difendiamo, ma riflette la rabbia di una società che non riesce a superare uno dei momenti più difficili che la storia ci presenta. Ed il cambiamento? Di fronte agli ultimi avvenimenti credo sia ancora lontano.
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