Sull’esito delle elezioni americane del 5 novembre regnava molta incertezza: la possibilità che il Collegio elettorale potesse dividersi 269-269 era remota ma comunque possibile. La netta affermazione di Trump ha evitato il rischio che un esito incerto potesse generare una paralisi decisionale anche se il rischio che alcune cause legali possano finire alla Corte Suprema è ancora possibile. Il lavoro si propone di sottolineare l’incertezza intrinseca di un processo in grado di sconvolgere gli equilibri interni della società americana e quelli internazionali.
1.Contesto ed esito elettorale.
L’ elezione presidenziale si prospettava combattuta. Le medie dei sondaggi[1] negli stati indecisi erano molto vicine al pareggio, con la candidata democratica Kamala Harris in vantaggio di poco nei “campi di battaglia” del nord e Nevada e quello repubblicano Donald Trump in vantaggio in quelli della Sun Belt. Un dato sembrava incontrovertibile relativo al fatto che la Harris sembrava aver perso un po’ di quel vantaggio[2], specie in Michigan, Wisconsin e Pennsylvania, che era riuscita ad accumulare subito dopo il dibattito con il tycoon[3].
Nonostante le previsioni, il risultato delle presidenziali americane non avrebbe potuto essere più netto. Trump ha conquistato oltre 300 grandi elettori e il 51% del voto popolare. Uomini, latinos, giovani e la classe media del Mid West sono stati i grandi elettori del tycoon. Il primo passaggio cruciale sarà ora la riunione del collegio elettorale, l’organo costituzionale che formalmente elegge il presidente. I grandi elettori si riuniranno nelle rispettive capitali statali il 16 dicembre prossimo per esprimere i loro voti; poi vi sarà la certificazione dei voti del Collegio elettorale da parte del Congresso, che si riunirà in sessione congiunta il 6 gennaio 2025. Il momento finale sarà il giuramento, che si terrà il 20 gennaio sui gradini del Campidoglio.
2-Dichiarazioni di Trump pre e post-elettorali.
2.1-“Se non vinciamo queste elezioni…”.
Trump aveva affermato che la sua mancata vittoria alle elezioni presidenziali avrebbe potuto comportare la probabile fine della democrazia americana. Il candidato repubblicano aveva fatto questa affermazione[4] dopo aver ripetuto che la sua sconfitta alle elezioni del 2020 contro il candidato democratico Joe Biden era il risultato di una frode elettorale5. Trump e membri del suo entourage avevano inoltre definito l’ingresso tardivo di Harris nella corsa come un “colpo di stato” e “incostituzionale”, accusandola di aver annunciato la sua candidatura dopo che Biden aveva già vinto le primarie. Lo stesso candidato repubblicano aveva poi affermato che avrebbe accettato i risultati delle elezioni soltanto se “elezioni giuste, legali e buone”. Nel corso della campagna elettorale, Trump aveva inoltre intensificato la sua retorica contro gli avversari: in un’intervista a Fox News, il tycoon aveva sollecitato l’uso della forza militare contro i “lunatici della sinistra radicale”, definendoli il “nemico interno”[5]. Sulla stessa lunghezza d’onda si erano espressi alcuni repubblicani al Congresso; Michael Flynn, l’ex consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca aveva invece affermato[6] che sotto Trump si sarebbero potute scatenare le “porte dell’inferno”. Il candidato repubblicano alla vicepresidenza, il senatore statunitense J.D. Vance aveva sostenuto, invece, che Trump non ha perso le elezioni del 2020[7].
2.2-Quali segnali facevano pensare che Trumpavrebbe contestato il voto?
Le dichiarazioni del presidente Trump e del suo entourage facevano dunque da presagio ad una possibilità che nel post-elezioni i repubblicani avessero potuto dare adito a cause legali,contestando i processi elettorali e le leggi sull’accesso degli elettori negli stati chiave in bilico.
D’altra parte Trump aveva già contestato[8] che migranti senza documenti votavano regolarmente alle elezioni statunitensi e i suoi alleati avevano intentato una serie di cause legali incentrate su questo punto[9]. Trump aveva poi accusato[10] il Dipartimento di Giustizia per una causa intentata sostenendo che la Virginia aveva rimosso gli elettori dalle sue liste meno di 90 giorni prima delle elezioni in violazione della scadenza stabilita dalla legge federale. Nel Michigan, invece, una causa del Comitato nazionale repubblicano[11] sosteneva che sarebbero dovute essere considerate non valide le schede per corrispondenza spedite senza una dichiarazione scritta dei funzionari elettorali che verificava la firma dell’elettore sul modulo di richiesta di voto per corrispondenza. In alcuni stati, tra cui la Pennsylvania, i repubblicani avevano intentato cause legali[12] mettendo in dubbio l’idoneità al voto delle persone che votano e vivono all’estero, incluso il personale militare.
2.3-Dichiarazioni post-voto.
L’emittente televisiva Fox News ha dato già l’annuncio della vittoria del tycoon poco dopo le 8, dopo aver annunciato la conquista da parte del candidato repubblicano degli Stati chiave di Pennsylvania e Wisconsin. Sul palco del convention center di Palm Beach è salito poco dopo Trump: «Abbiamo salvato l’America» le prime parole del tycoon, «stanotte abbiamo fatto la storia». Molte le su dichiarazioni, tra le quali una rilevante è stata: «Non inizierò le guerre, le fermerò. Non abbiamo avuto guerre, per quattro anni non abbiamo avuto guerre. Solo che abbiamo sconfitto l’Isis». Trump ha poi dedicato un elogio a Elon Musk definendolo un «super genio» e sostenendo che il servizio satellitare Starlink di Musk ha contribuito a salvare «molte vite» durante l’uragano Helene, che ha devastato il sud-est degli Stati Uniti nell’ottobre scorso.
3- Scenario interno ed esterno: Cosa potrebbe succedere?
3.1-Piano interno.
Prima di affrontare le possibili conseguenze che potrà avere la vittoria di Trump, tanto sul piano interno, quanto su quello internazionale è necessario fare una doverosa premessa, ovvero attendere i risultati definitivi al Congresso; sarà inoltre necessario computare correttamente i risultati delle elezioni per le 85 assemblee legislative e capire quali equilibri si avranno negli stati e quale sarà il loro impatto nella dialettica tra il potere federale e quelli statali. Fatte queste necessarie premesse, la seconda amministrazione Trump potrebbe essere più coesa, omogenea e radicale di quella del 2017 quando le élite internazionaliste repubblicane cercarono di mettere sotto tutela il Presidente eletto, per contenerne le intemperanze e limitarne l’estremismo.
Sul piano interno, è possibile mettere in ipotesi azioni radicali e ad alta valenza simbolica, in alcuni ambiti cari alla base trumpiana, specie nei campi di immigrazione e ambiente. Provvedimenti finalizzati a dare corso al piano di espulsione di immigrati privi di permesso di soggiorno e di smantellamento dell’apparato regolamentatorio in materia di emissioni, inquinamento e standard energetici. La politica industriale, potrebbe così fare perno sul tentativo di rilanciare l’estrattivo.
3.2-Scenario esterno.
L’impostazione data alle relazioni internazionali potrebbe assumere diverse traiettorie. In primis guerre commerciali ben più radicali di quelle del primo mandato trumpiano; al tempo stesso una linea di azione molto “transazionale” che distinguerebbe poco o nulla tra alleati e avversari, e potrebbe colpire gli stessi partner europei, tra cui la Germania: Berlino continua ad avere imponenti attivi commerciali con gli Usa, regolarmente denunciati dal tycoon. Trump, e ancor più il suo vice J.D. Vance, hanno esplicitato con nettezza la loro intenzione di disimpegnarsi dal teatro ucraino, ponendo termine agli aiuti economici e militari inviati da Washington nei due anni e mezzo trascorsi dall’aggressione russa[13].
In Europa, i diversi soggetti della galassia nazionalista, antiatlantica ed eurofoba potrebbero concorrere per cercare una relazione bilaterale speciale con gli Usa: una dinamica in tal senso andrebbe a dividere ulteriormente gli alleati Nato.
Quanto a capitolo Medio Oriente, Trump appoggia pienamente la reazione israeliana nel post 7 ottobre e la decisione di estendere il conflitto, colpendo l’Iran visto come l’elettorato repubblicano, è fermamente schierato al fianco d’Israele e del governo Netanyahu.
3.3-Come si concretizzerebbe un intervento della Corte Suprema?
Se già recentemente i giudici della Corte Suprema hanno emesso due sentenze con enormi conseguenze per la competizione presidenziale di quest’anno[14] , anche dopo le elezioni qualsiasi contestazione del risultato potrebbe finire nuovamente nelle mani dell’Alta Corte21. Ad esempio, cosa dovrebbe accadere alle schede elettorali per corrispondenza che gli elettori hanno sbagliato a datare o non hanno la data? La questione rimane controversa, malgrado esista una sentenza della Corte Suprema della Pennsylvania del 2022 secondo cui tali schede non dovrebbero essere conteggiate[15].
Dott. Federico Pani
[1]https://centerforpolitics.org/crystalball/defining–close–in–the–context–of–the–2024–election/
[2]https://www.natesilver.net/p/nate–silver–2024–president–election–polls–model
[3]https://projects.fivethirtyeight.com/polls/president–general/2024/national/
[4]https://www.reuters.com/world/us/trump–predicts–end–us–democracy–if–he–loses–2024–election–2024–03–17/
[5]https://www.google.com/amp/s/amp.charlotteobserver.com/opinion/article294166124.html
[6]https://www.msnbc.com/the–reidout/reidout–blog/michael–flynn–executions–trump–gates–of–hell–unleashedrcna175387
[7]https://fortune.com/2024/10/17/jd–vance–donald–trump–did–not–lose–2020–election/
[8]https://www.forbes.com/sites/saradorn/2023/12/30/trump–falsely–claims–crazed–democrats–allow–unvettedmigrants–to–vote/
[9]Tra cui una causa presentata in Nevada che afferma che migliaia di non cittadini nelle liste elettorali del Nevada potrebbero essere in grado di esprimere il proprio voto questo novembre.
[10]https://truthsocial.com/@realDonaldTrump/posts/113303961863248698
[11]https://eu.freep.com/story/news/politics/elections/2024/09/12/gop–michigan–court–absentee–ballots–tossclerks–shortage/75193285007/
[12]https://www.nbcnews.com/politics/2024–election/new–wave–gop–lawsuits–target–overseas–ballots–keyswing–states–rcna174934
[13]Una linea sollecitata ormai da una chiara maggioranza dell’elettorato repubblicano e da un numero vieppiù crescente di democratici.
[14]Nel marzo scorso, la corte ha impedito agli stati di estromettere l’ex presidente Donald Trump dalla scheda elettorale con la motivazione che aveva guidato un’insurrezione dopo la sua sconfitta del 2020. E a luglio, la corte ha ampiamente sostenuto l’argomentazione di Trump secondo cui, in virtù del suo servizio come presidente, gode dell’immunità da procedimenti penali per molte delle sue azioni durante quel periodo. 21https://www.politico.com/news/2024/10/07/supreme–court–new–term–election–cases–00182646
[15]Un’altra battaglia legale sulle schede per posta della Pennsylvania è in corso anche presso la corte federale, dove cinque membri repubblicani del Congresso hanno intentato causa per sostenere la politica dello Stato di non richiedere numeri di previdenza sociale o patente di guida agli elettori stranieri e militari viola la legge statale e federale.
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