Biden e Meloni: “amici” nel contrasto alla Cina?


Dopo il loro incontro alla Casa Bianca, Biden e Meloni sembrano ora concordare nel rafforzare i legami commerciali di Italia e Stati Uniti in chiave anti-Cina.


Meloni accolta con diffidenza dalla stampa americana

Durante una visita istituzionale negli Stati Uniti, la presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni ha incontrato il presidente americano Joe Biden. L’incontro non si è chiuso con particolari annunci. Se entrambi i leader hanno sottolineato affinità e punti di contatto, a partire dal comune appoggio all’Ucraina, non mancano i punti in disaccordo tra i due leader vista la decisione di evitare accuratamente i temi in cui le politiche di governo di Meloni e Biden risultano essere più distanti, ovvero, ad esempio, la difesa dei diritti della comunità LGBTQ+.

Biden e Meloni appartengono infatti a due “famiglie” politiche ben diverse: distanze rimarcate, ad esempio, dal Washington Post che scriveva come Biden dava il benvenuto alla premier italiana “malgrado i suoi orientamenti di estrema destra”. Un articolo, ancora più critico nei confronti della presidente del Consiglio italiano era apparso, proprio nelle ore in cui Meloni incontrava Biden, sul New York Times a firma di David Broder il quale puntava il dito contro le scelte di Meloni in tema di immigrazione e diritti della comunità Lgbtq, oltre che per gli attacchi ai giornalisti.

Le visite alla Casa Bianca dei presidenti del Consiglio italiani rappresentano una sorta di esame all’alleato da parte della superpotenza a stelle e strisce: per un Capo di governo, sedere nello Studio Ovale faccia a faccia con il presidente americano si traduce, infatti, in un evento di grande importanza politica e diplomatica. Malgrado la diffidenza della stampa americana, la visita si è tradotta in un successo diplomatico per la Meloni che ha raccolto nel viaggio oltreoceano ciò che ha seminato nei dieci mesi a Palazzo Chigi: la differenza tra i timori che avevano accompagnato la sua elezione e la realtà delle scelte compiute è stato ciò che gli ha permesso di guadagnare un sovrappiù di gradimento in seno all’Amministrazione statunitense.

Biden plaude all’allineamento pro-Ucraina

L’iniziale scetticismo tanto della stampa americana quanto dell’amministrazione Biden si rinveniva nel fatto che la Meloni ha puntellato la propria ascesa politica con prese di posizioni internazionali che non sempre risultavano essere allineate a una visione atlantista e liberale. La determinazione della premier nell’appoggio all’Ucraina e la condanna senza esitazioni all’azione condotta dal leader russo Vladimir Putin hanno fatto cambiare opinione e rasserenato l’orizzonte osservato da Capitol Hill: Palazzo Chigi si è dimostrata infatti partecipe e attiva nel rilancio della Nato durante la crisi ucraina senza concretizzare quelle pulsioni anti-Ue che spesso avevano punteggiato la campagna elettorale italiana meno di un anno fa.

La prospettiva all’indomani della vittoria della Meloni allarmava infatti l’amministrazione Biden: lo scorso autunno il presidente americano, così come diversi altri leader occidentali, aveva indicato la vittoria di Fratelli d’Italia alle elezioni italiane come una ragione di preoccupazione nel contesto di un generale spostamento verso l’estrema destra di diversi paesi europei. Fu in quella circostanza che il governo statunitense aveva fatto sapere che avrebbe valutato l’operato di quello italiano strada facendo, prima di prendere posizioni definitive su Fratelli d’Italia e sul nuovo governo di destra in Italia.

Seppur dopo aver visto nei fatti l’operato della Meloni sullo scacchiere internazionale, Biden non ha esitato ora a definire la Meloni come l’“amica” Giorgia, le forti simpatie per i conservatori americani e per lo stesso Donald Trump e il messaggio di sostegno elettorale all’ultradestra spagnola di Vox non sono passate inosservate al Dipartimento di Stato. Ulteriori elementi di discontinuità potrebbero, in tale direzione, condurre a tensioni l’amministratore Biden e Palazzo Chigi.

Casa Bianca e Palazzo Chigi: quali dossier in comune

In questa fase delle relazioni internazionali la Casa Bianca ritiene fondamentali prodigare gli sforzi, suoi e degli Alleati, lungo due bisettrici: la compattezza e gli aiuti all’Ucraina; il graduale allontanamento e la presa di petto della sfida lanciata dalla Cina, cui l’Italia è ancora legata formalmente dal punto di vista economico tramite un memorandum sulla Belt and Road Initiative firmato dal governo guidato da Giuseppe Conte. Il  pacchetto di politiche di matrice G7, ovvero diversificazione, resilienza delle catene di valore industriali, approvvigionamenti di minerali critici ha un comun denominatore di risposta proprio alla sfida della Cina. È su questo versante che i due Paesi sembrano andar maggiormente d’accordo. Non per caso l’Italia dichiara ora di impegnarsi a “rafforzare le consultazioni bilaterali e multilaterali”.

Il comunicato congiunto tra i due Paesi non ha precedenti per completezza e articolazione: parole, certo, ma in grado di fare da collante alle strategie di politica estera dei due Paesi che oltre sul tradizionale scacchiere euro-atlantico, vanno ora in sintonia su un arco internazionale che abbraccia l’Indo-Pacifico e l’Africa, compresa l’esplicita menzione di “pace e stabilità nello stretto di Taiwan”, i cambiamenti climatici e le tecnologie emergenti. Le parole, molte, del comunicato congiunto riflettono la misura di quanto l’amministrazione Biden “prenda sul serio” l’Italia e il governo Meloni. Il rafforzamento dei legami commerciali fra Italia e Stati Uniti in ottica anticinese potrebbe essere un ulteriore fattore di avvicinamento dei due governi.

Federico Pani

 

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