Il 2023 è stato per San Marino, la piccola Repubblica incastonata sul Monte Titano nell’Appennino tosco-emiliano, l’anno che si è aperto con rinnovata speranza attraverso una serie di sei incontri rivolti principalmente ai giovani su “San Marino verso l’Europa” e il film festival “L’Europa a San Marino, San Marino in Europa”, un mese di proiezioni al Cinema Teatro Concordia con film di ben 19 paesi europei dal 24 marzo e al 27 aprile 2023, dopo che nel lontano 20 ottobre 2013 disse di no all’ingresso nell’Unione Europa al referendum che non raggiunse il quorum necessario.
Ma da allora ci sono stati vari cambiamenti sia in casa che nella situazione geopolitica mondiale, con in mezzo una pandemia gestita grazie ai vaccini russi Sputnik V dopo che l’Italia ha lasciato San Marino privo di vaccini approvati dall’EMA, la guerra in Ucraina che ha portato invece a un riallineamento all’UE, un’economia che va peggiorando negli ultimi anni e la necessità di un partner commerciale più forte su cui fare affidamento della sanzionata e indebolita Russia, che è stata finora un importante mercato di export e si vuol sostituire ora col mercato unico europeo.
L’Accordo di associazione con l’UE
San Marino ci riprova dunque con un Accordo di associazione che porti a una maggiore integrazione con l’Europa, in particolare con il mercato unico con la libera circolazione di merci, servizi, capitali e persone, senza minare la tradizionale sovranità e indipendenza che caratterizza la sua esistenza da piccola repubblica da oltre 1700 anni e che difende con gelosia.
Nonostante non facciano parte dell’Unione Europea, i sammarinesi in molte materie sono considerati già alla stregua degli italiani e possiedono gli stessi diritti. Usano l’euro come moneta nazionale seppur non siano nella zona euro e per questo soggetti all’autorità della Banca Centrale Europea, e ancor prima di questo la vecchia lira italiana, hanno il diritto alla libera circolazione tra San Marino e Italia tramite accordi bilaterali, dal 1983 i titoli di laurea sammarinesi sono riconosciuti anche in Italia con la stessa validità e dal 19 novembre 2020 anche in Europa con l’adesione al Processo di Bologna e l’ingresso nello Spazio europeo dell’istruzione superiore (EHEA – EuropeanHigherEducation Area).A partire dal 30 marzo 2022 gli studenti sammarinesi possono partecipare al programma Erasmus+, che rispetto al “vecchio” Erasmus prevede la possibilità di svolgere periodi di mobilità anche in paesi extra europei. San Marino ha messo in piedi nel tempo un sistema educativo che ha funzionato finora e che trova pochi motivi per cambiare.
L’istruzione a San Marino
Nonostante le limitate dimensioni del suo territorio infatti sono presenti a San Marino 13 scuole elementari, una scuola media e una superiore, quest’ultima con diversi indirizzi tra il liceo classico, scientifico, linguistico, economico-aziendale e il biennio dell’istituto tecnico industriale, oltre che una università. Sono in tanti però i giovani che già dal liceo scelgono di proseguire gli studi o i genitori che decidono di mandare i figli in Italia, principalmente nella provincia di Rimini e nell’Emilia-Romagna, data la sua vicinanza geografica, la comunanza di lingua e cultura, la più ampia offerta formativa, se non la comodità di raggiungere la sede a causa degli impegni lavorativi dei genitori transfrontalieri.
Queste occasioni di scambio iniziano per i sammarinesi già al liceo o anche prima e non solo all’università, che diventa un periodo per fare un’esperienza via da casa alla ricerca di un’indipendenza e un senso di libertà che viene a mancare nella piccola realtà di paese di campagna, essendo alla fine uno stato di circa 33.000 abitanti con poche grandi famiglie imparentate tra loro, per poi far ritorno a casa per lavoro spesso in aziende familiari una volta conclusi gli studi.
Per tutte le soprannominate ragioni San Marino non ha avuto finora la necessità impellente di entrare nell’Unione Europea e di investire nell’istruzione locale.
L’Università degli Studi della Repubblica di San Marino, l’unico ateneo presente sul territorio, è stato fondato solo nel 1985 dall’ultimo governo comunista prima del passaggio del potere al partito democristiano che governa attualmente e che da molti cittadini viene considerato un’istituzione solo di facciata per il prestigio di avere un’università, preferendo mandare invece i figli in università straniere più prestigiose. Solo nel 2019 è riuscito a raggiungere il record di 1.000 iscritti. Un altro problema è posto ovviamente dal fatto che pur volendo rimanere a San Marino, l’esiguo numero di corsi di laurea offerti non soddisfa la domanda degli studenti interessati ad altri. Attualmente sono disponibili solo tre facoltà, che sono Economia, scienze e diritto, Scienze umane, e Studi storici, con i corsi di laurea triennale in Design, Costruzioni e Gestione del Territorio, Comunicazione e Digital Media, Ingegneria Gestionale, Ingegneria Civile, e magistrale in Design, Ingegneria Gestionale e Ingegneria Civile, oltre che Master di I e II livello, un Dottorato di ricerca in Scienze Storiche, Corsi di alta formazione e una Scuola di Specializzazione per le professioni giuridiche ed economiche, riservati però ai già laureati che per forza di cose hanno completato la loro istruzione universitaria altrove.
La maggior parte degli studenti iscritti all’università sono italiani, seguiti dai sammarinesi che nel 2019 sono cresciuti di numero secondo le dichiarazioni del rettore, ma costituivano solo un quarto per il corso di laurea in Comunicazione e Digital Media. Il rischio è però che gli studenti stranieri che decidono di studiare lì si iscrivano per una percepita convenienza e siano attratti solo dalla facilità del titolo equivalente a quello italiano e europeo in una università non tanto famosa per la qualità dell’insegnamento, a cui si aggiunge una retta relativamente bassa rispetto ad altre università aggirandosi sui 2.000-3.000,00€ l’anno.
Sammarinesi fuori sede
Il diritto sammarinese per esempio, di diritto comune e non civil law come quello italiano, viene insegnato nei corsi di giurisprudenza dell’università di Urbino Carlo Bo, mancando una facoltà di giurisprudenza all’Università di San Marino.
Nella cultura popolare e di massa San Marino è famosa per essere stata meta di Patricia Fernández della telenovela “Betty la fea” che ha studiato lì finanza per 6 semestri, quando nella realtà non esiste un corso di laurea del genere in Economia e finanza, se non Ingegneria Gestionale con ha qualche esame di economia aziendale, management, marketing e statistica, e che ha sede nel World Trade Center a Dogana, giù a valle vicino al confine con Rimini. Una scelta sicuramente corretta per la posizione strategica più facile da raggiungere per gli studenti stranieri che arrivano da fuori passando per Rimini rispetto al centro storico su in città, ma con una sede che non rende giustizia all’università e alla sua immagine trattandosi di solo un piano della torre B con un ingresso anonimo condiviso con altri uffici situati all’interno.
Per la natura di San Marino con la sua vocazione al turismo avrebbe molto senso avere corsi di laurea in Scienze del Turismo e Economia dell’Ambiente, della Cultura e del Territorio, che valorizzino cosa può offrire il territorio ai suoi visitatori.
Avvocati e commercialisti consulenti finanziari sammarinesi che hanno studiato in Italia dopo l’università tornano a San Marino dove svolgono il praticantato in studi locali e si iscrivono agli ordini e albi sammarinesi, oltre a potersi iscrivere anche in quelli italiani possedendo il titolo italiano.
Così come è presente un ospedale pubblico, l’Ospedale di Stato della Repubblica di San Marino, e anche alcune cliniche e ospedali privati, ma è assente la facoltà di Medicina e Chirurgia necessaria a formare futuri medici.
Vi è un Dipartimento di Storia, Cultura e Storia Sammarinesi, un Centro Sammarinese di Studi Storici e una Scuola Superiore di Studi Storici di San Marino fondata nel 1988, costituendo la prima attività dell’Università di San Marino, con sede in Salita Alla Rocca, 44 distaccata da quella dell’Antico Monastero S. Chiara in Contrada Omerelli, 20 dove vi è la sede principale col corso in Design, ma non vi è ancora un corso di laurea in Storia, nonostante anche il celebre storico Alessandro Barbieri sia stato invitato all’inaugurazione del nuovo anno accademico del 2023 per pubblicizzarlo.
Questi sono problemi comuni purtroppo a tutti i microstati nel mondo, europei e non, come Andorra, Monaco, Liechtenstein, che devono delegare alcune delle loro funzioni statali ad altri paesi circostanti più grandi, con cui però hanno stretti rapporti.
Economia della conoscenza
Non è stata certo facile la transizione da un’economia finanziaria basata sulle banche a una più diversificata investendo sul turismo, l’agricoltura di prodotti locali come olive e vini tutelati e promossi dal Consorzio Terra di San Marino e Consorzio Vini Tipici Di San Marino, e startup ad alto contenuto tecnologico, dall’informatica alle biotecnologie, che nonostante la bassa tassazione non sono ancora decollate come sperato, perché l’ambiente circostante non offriva abbastanza oltre a quello, mentre veniva a mancare quel ecosistema e la collaborazione tra mondo accademico e imprese che caratterizza Silicon Valley e gli altri distretti tecnologici nel mondo. Questa collaborazione dovrebbe iniziare sin dal liceo con la scuola lavoro, per poi garantire stage sia curricolari che post-laurea a San Marino e dintorni attraverso convenzioni con le realtà aziendali del territorio.
San Marino, con la sua estensione e popolazione ridotta che la rende più facile da gestire, avrebbe davvero la possibilità di essere una smart city-state come Singapore, una città dei 15 minuti a misura d’uomo, una città universitaria e un hub scientifico tecnologico se avesse la volontà di investire nei settori giusti. Investendo nell’istruzione superiore locale si porterebbe alla nascita di spin-off universitarie che si trasformerebbero in startup radicate sul territorio con interesse al suo sviluppo e non startup straniere alla ricerca di mere opportunità fiscali. L’istruzione infatti è assodato che sia uno dei fattori determinanti alla base dello sviluppo di un paese, e esempi storici di paesi come Cina, Corea e Singapore hanno mostrato come nel corso di poche generazioni siano passati da paesi poverissimi a potenze economiche investendo proprio su di essa.
Ragioni
Le ragioni per cui l’università non è riuscita ad attirare abbastanza studenti, sia sammarinesi che italiani, ma soprattutto stranieri, sono molteplici. In primis, l’assenza di un trasporto pubblico efficiente rende difficile semplicemente il raggiungere la destinazione, essendo tuttora la maggior parte del traffico di tipo privato.
Per coloro che vengono da fuori Italia, San Marino è servito dall’aeroporto internazionale “Federico Fellini” situato in territorio italiano che condivide con Rimini e che dista 30 km, con la necessità di fare cambio a Rimini FS per poi prendere un bus per San Marino se non si possiede un mezzo privato. Non è disponibile alcuna ferrovia se non la più vicina Rimini FS appena menzionata.
Anche il trasporto pubblico locale all’interno dell’interno del territorio sammarinese è limitato ai bus Bonelli e Benedettini che fanno servizio tra Rimini e San Marino e dell’Azienda Trasporti Interni (ATI) che effettua invece solo fermate urbane, entrambi con orari limitati e la frequenza di circa ogni 2 ore, essendo poco utilizzati dalla popolazione residente per la maggior parte automunita e più che altro da turisti o badanti straniere, generalmente donne dell’est Europa, per cui scomodi per i giovani studenti stranieri senza auto. Gli universitari sammarinesi che devono salire su in città si spostano solitamente in macchina, ma anche i parcheggi lì sono limitati a causa del poco spazio disponibile. Per questo motivo si era costruita la funivia che collega Borgo Maggiore, il centro abitato più popoloso della Repubblica, al centro storico di San Marino Città per incentivare le persone a lasciare le loro macchine a casa, ma essendo limitata a questa unica tratta risulta inutile per coloro che provengono da altre parti.
Non vi è nemmeno la possibilità di usufruire di un servizio di car sharing o e-mobility, e i servizi taxi sono pochi e costosi, un’alternativa non praticabile sicuramente su base giornaliera. La vita sociale e la movida sono praticamente inesistenti, data la scarsità di locali, offerte culturali come musei ed eventi, la mancanza di multinazionali e servizi digitali come McDonald’s, Amazon o Just Eat a cui siamo stati abituati per la loro comodità, per cui i giovani, ma non solo, sono proiettati verso Rimini, Riccione e la riviera romagnola per il divertimento e il tempo libero al di fuori dello studio e del lavoro.
La limitata conoscenza delle lingue straniere costituisce inoltre un altro problema e l’inglese non è parlato molto come lo è in una grande metropoli cosmopolita come potrebbe essere Roma o Milano, nonostante l’afflusso di turisti prima europei come tedeschi, francesi, inglesi, poi dall’est Europa e Asia come russi e cinesi, e ultimamente anche dalla Corea dato dal suo recente sviluppo economico.
San Marino si trova in un certo senso isolata dalla rete internet globale, essendoci un monopolio da parte di Telefonia Mobile Sammarinese che si appoggia a TIM, per cui tutti gli altri operatori italiani che possiedono antenne nei territori circostanti non prendono bene nonostante molti sammarinesi li usino, non prevedendo inoltre la possibilità dell’utilizzo del roaming da parte dei cittadini europei non essendo un paese UE. Il problema è stato parzialmente affrontato con l’istituzione di un servizio Wi-Fi gratuito nel centro storico che però non sempre funziona correttamente e richiede una previa registrazione, oltre alla possibilità di trovare una rete Wi-Fi nei bar e nei locali al chiuso.
L’accesso a internet è fondamentale soprattutto ai giovani abituati all’uso di app, social e alla condivisione in tempo reale, per cui l’unico modo per coloro che decidono di restare per un lungo tempo è di acquistare una SIM con un numero sammarinese.
Proposte e soluzioni
Alcune possibili proposte e soluzioni sono di prevedere un collegamento veloce a Rimini, Riccione e alla riviera romagnola attraverso un servizio come il Metromare già esistente, e il ripristino della vecchia ferrovia elettrica Rimini-San Marino, soppressa nel 1944 dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale e dove viaggiava il Treno Bianco Azzurro, con una nuova tratta che tenga in considerazione i cambiamenti urbanistici avvenuti negli ultimi decenni e la possibilità di convertirla in una moderna metrotranvia europea.
Attualmente l’Università di San Marino richiede di base l’obbligo della frequenza e non prevede la possibilità di seguire i corsi online in modalità telematica, come negli ultimi anni si sono adeguate anche le più prestigiose università tradizionali come la Sapienza con la sua Unitelma, anche se per circostanze straordinarie come durante la pandemia da Covid19, gli impegni dei professori e dopo l’alluvione in Romagna gli studenti italiani, hanno seguito alcune lezioni da casa.
Se si valutasse di aggiungere all’università l’opzione della frequenza telematica, il che non vuol dire che l’università diventerebbe telematica come hanno paura alcuni detrattori che non vedono di buon occhio le lauree telematiche, ma un cambiamento del modello di business che potrebbe attirare studenti da tutta Italia e non solo dalle regioni confinanti, ma anche dall’estero. Attraverso la didattica a distanza sarebbe possibile reclutare insegnanti non solo da tutta Italia, ma anche all’estero, anche tra coloro che non vorrebbero andare a vivere o lavorare a San Marino, aumentando così la quantità e la qualità del corpo docente.
Investire su una piattaforma e-learning sarebbe un costo basso col ritorno che genererebbe in termini di guadagno, e la possibilità di collaborare con università che già hanno esperienza e utilizzano piattaforme del genere significa spendere poco nello sviluppo. Non solo aumenterebbe il numero di iscritti alle facoltà e corsi di laurea esistenti, ma sarebbe più facile aprirne di nuovi che non necessitano di sedi per i laboratori e attività in presenza, portando allo stesso tempo maggiori entrate a San Marino grazie alle nuove rette. Sul tema della retta attualmente è possibile pagare solo tramite il bollettino freccia, e non come in altre università che hanno ammesso anche bonifico, carte di credito e PayPal, cosa che andrebbe ripensata per rendere più facile ai studenti stranieri non abituati a questi mezzi.
Per incentivare l’iscrizione degli studenti Erasmus sarebbe possibile istituire dei corsi di laurea interamente in inglese come avviene già nelle principali università italiane, destinati sia agli italiani che vogliono ricevere un’istruzione universitaria interamente in inglese per prepararsi al mercato del lavoro internazionale che agli studenti internazionali.
Per coloro che desiderano frequentare in presenza o in corsi che lo richiedono, è necessario prevedere invece alloggi, dormitori e un campus per gli studenti, essendo quasi impossibile trovare affitto a San Marino. Avendo un mercato immobiliare chiuso, nelle mani di pochi proprietari sammarinesi e che si è aperto timidamente solo nel 2017 agli stranieri, con poca offerta rispetto alla domanda e prezzi alti, per cui destinato principalmente alla vendita a pochi investitori stranieri facoltosi o pensionati che desiderano ottenerne la residenza elettiva, molti degli universitari se non possiedono casa di proprietà a San Marino risiedono in Italia nei dintorni di Rimini. Questo tema del caro affitti e l’assenza di posti letto per gli studenti è purtroppo un problema strutturale che affligge anche altre città italiane e straniere, e che non può essere certo risolto da San Marino da solo.
Sono diverse le città universitarie la cui economia vive soprattutto grazie agli studenti fuorisede, come il caso di Mittweida, un paesino di 14.000 abitanti in Germania la cui metà è formata da universitari di cui la maggior parte stranieri, mentre la popolazione locale è formata principalmente da anziani, con i giovani che fuggono verso altre città.
C’è necessità di trovare spazio per nuove sedi dell’università e alloggi studenteschi, e considerando che una gran parte del territorio della Repubblica risulta poco sfruttato e sviluppato, con campi inutilizzati nel settore dell’agricoltura, ci sarebbe questa possibilità, fermo restando che si tratta di un territorio montagnoso soggetto a frane e dissesti geologici, cosa che però si è trascurata nel periodo in cui speculazione edilizia negli anni ’70-’80 con il boom del turismo ha portato alla costruzione di edifici e abitazioni che sarebbero considerati abusivismo edilizio dagli standard italiani.
Ma anche senza andare a buttare giù nuovo cemento visto che si parla sempre più di economia sostenibile e circolare, si potrebbe andare a ottimizzare e razionalizzare l’uso di strutture già esistenti, con la riconversione di spazi abbandonati, uffici perennemente sfitti e la proposta di una legge sull’immobiliare che incentivi ad affittare che tenere vuoti gli appartamenti, anche se andrebbe contro i voti e gli interessi degli anziani proprietari che costituiscono la maggioranza degli elettori. Ciò è necessario però in un’ottica a lungo termine se si vuole pensare al futuro dei giovani e della stessa Repubblica.
Per attrarre studenti a San Marino si dovrebbe pensare di offrire inoltre delle borse di studio gratis, sia a coloro che decidano di intraprendere interamente la loro carriera universitaria da zero sia a quelli che sono interessati solo ad un periodo di scambio, reciprocate tramite convenzioni dalle università partner estere. In nome della loro relazione speciale storica si potrebbe prevedere delle borse speciali riservati agli studenti della Dalmazia nell’attuale Croazia da dove il fondatore San Marino sarebbe fuggito secondo la leggenda, precisamente dall’isola di Arbe, con cui la Città di San Marino è gemellata dal 1948.
Conclusioni
L’Accordo di associazione con l’UE porta con sé dunque nuove opportunità da non perdere e cittadini europei con loro esperienze, culture, idee alla scoperta della terra della libertà, ciò che molti studenti cercano nella loro esperienza all’estero. Una libertà non solo negativa, priva, ma positiva, che sappia offrire, e spetta a San Marino saper cogliere questi cambiamenti e espandere questa libertà che da secoli va tanto orgogliosa.
Davide Chen
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