L’Ue ci ripensa: controllo dei flussi migratori anche dalla Libia

Si è tenuto a Malta il vertice dei leader dell’Ue sulla questione migranti, divenuta ormai troppo preoccupante per la maggior parte dei paesi europei. In seguito alcuni dettagli!


La questione dei migranti, insieme al terrorismo, è divenuta una delle priorità a cui l’Ue deve necessariamente fare fronte. A rappresentarlo chiaramente sono stati soprattutto i tristi numeri sulle morti in mare resi noti dall’Unicef che, nell’occasione, ha voluto mandare un messaggio chiaro alle forze politiche Ue. Infatti, fra novembre 2016 e gennaio 2017 sarebbero morti 1354 tra migranti e rifugiati, tra cui 190 bambini. Nello specifico la maggior parte di queste morti, rappresenta l’Unicef, sarebbero avvenute nella tratta marittima che collega la Libia all’Italia (1191 morti su 1354). Secondo dati pubblicati da Frontex, nel 2016 sarebbero state 181 mila le persone che hanno attraversato la rotta del Mediterraneo centrale, di cui il 90% provenienti dalla Libia

Così, il 3 febbraio 2017, il vertice Ue si è riunito a La Valletta, attraverso un incontro informale, per discutere sul nuovo piano pensato dall’Unione Europea. L’obiettivo principale del piano è quello di frenare i flussi migratori provenienti dalla Libia verso l’Italia. A tal fine, si legge nella Comunicazione predisposta dall’Alto Rappresentante per la Politica estera e Sicurezza Federica Mogherini e dal Commissario all’immigrazione Dimitri Avramopoulos, sarà indispensabile rafforzare la frontiera Sud, fornendo alla Libia i mezzi necessari per poter controllare i flussi migratori. A tal fine il piano prevede l’addestramento delle guardie costiere libiche, che avranno il compito di controllare le coste e fermare la partenza dei barconi, la fornitura di nuove navi, adatte per riportare i migranti sulla costa, ed infine l’avvio entro la primavera del 2017 del Seahorse Mediterranean Network, ovvero un Centro di Coordinamento per il controllo delle frontiere. Per far ciò l’Ue ha messo a disposizione una somma di 200 milioni di euro che saranno presi dal Fondo Europeo per l’Africa e saranno destinati agli scopi di cui sopra. Oltre a ciò, il piano prevede lo stanziamento di alcuni finanziamenti a favore dei migranti che decidono di tornare in patria per sostenere e rafforzare i programmi di rimpatrio volontario nei paesi d’origine, gestiti dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM).

Tuttavia, nonostante l’approvazione, è ancora alto lo scetticismo da parte di alcuni circa le modalità di attuazione del piano: in primo piano c’è la questione economica. In particolar modo è stato sostenuto, all’interno del vertice, che la somma stanziata dall’Ue per questo accordo è di gran lunga minore rispetto ai 3 miliardi di euro che vengono dati alla Turchia. La seconda questione è certamente quella politica. È noto, infatti, che in Libia manca un Governo rappresentante dell’intera nazione in grado di poter controllare tutto il territorio libico. La terza questione sottolineata, inoltre, riguarderebbe le navi messe a disposizione dall’Ue, che non hanno il permesso di entrare nel territorio libico, in ossequio al principio di sovranità ribadito e messo in chiaro, durante l’incontro, da Sarraj, secondo il quale “Qualsiasi accordo dovrà rispettare il principio della sovranità dello Stato libico”.  

Infine, in occasione del vertice, l’Ue ha espresso pieno sostegno al memorandum d’intesa firmato, il 2 febbraio, da Italia e Libia sulla cooperazione nel campo dello sviluppo, del contrasto all’immigrazione illegale e sul rafforzamento della sicurezza delle frontiere tra i due stati firmatari. Si legge, infatti, nel documento firmato dai 28 presenti a La Valletta che “l’Ue accoglie con favore ed è pronta a sostenere lo sviluppo dell’accordo firmato tra Italia e Libia”.

Insomma i presupposti per un nuovo inizio di responsabilità comune su una delle questioni più preoccupanti ci sono, si spera solo che non rimangano in alto mare!

Dott.ssa Noemi Pasquarelli

 

 

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